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Mary Silver Loup

E-mail: mary.silver.loup@gmail.com

Grunge is alive

07/04/2014 14:46

2 giorni e 20 anni fa, il 5 aprile 1994, se ne andava Kurt Cobain, frontman e anima dei Nirvana.

All'epoca io facevo la terza media e mi ricordo abbastanza bene... quell'anno morirono anche Ayrton Senna e River Phoenix. Me lo ricordo perché parlai di loro tre nel tema dell'esame a fine anno. Non ricordo cosa scrissi di preciso, ma so che parlai di loro. Quattordici anni, chitarra in camera, e la morte di Kurt... il mio animo era irrimediabilmente compromesso (già prima della morte di Kurt, per la verità): morte/tristezza/malinconia e allegria/entusiasmo/ottimismo mi avrebbero accompagnata per sempre in un'altalena umorale dalla quale, cadendo (eventualmente)... il tappetino ai miei piedi non era in poliuretano espanso bordeux, non era un prato d'erba, non c'era: era cemento... ginocchia sbucciate per ogni caduta ma, fortunatamente, mi sono sempre rialzata senza temere troppo la caduta successiva (probabile, sicura).

Ma sto divagando... come al solito!!

I Nirvana: la band che ha reso famoso in tutto il mondo il 'Seattle Sound', as konw as 'GRUNGE'. I Nirvana, band che ha fatto iniziare a suonare la chitarra a un sacco di gente, forse tutti quelli della mia genrazione, e anche un po' più grandi e un po' più piccoli. I Nirvana hanno dimostrato al mondo che per far breccia nel cuore e nello stomaco della gente che compone il grande pubblico non necessariamente bisogna fare cose banali o esageratamente particolari... basta essere sè stessi, disarmantemente sinceri e trasparenti, anche fragili, anche amorali, anche cattivi... sinceri. 

Kurt aveva il viso di un angelo, gli occhi senza età e un sorriso stupendo. Kurt era bello, ma così bello, che anche gli uomini più riluttanti agli apprezzamenti sul loro stesso sesso devono ammetterlo. Kurt era oggettvamente bellissimo.

Cosa posso dire... era bellissimo... sto divagando di nuovo ma volevo scrivere due righe per ricordare i 20 anni di anniversario dalla morte di Kurt e non posso farlo senza dire che era bellissimo. Era tremendamente bellissimo, devastantemente bellissimo, esageratamente bellissimo. Un'icona, con quei suoi capelli biondi, le sue camicie a quadri e i jeans strappati. Ma al di là di questo, anche senza quello stile, anche senza quegli atteggiamenti, quella voce, quell'anima... era ma-le-det-ta-men-te bellissimo. E questo lo abbiamo detto.

Volevo dire altro... qualcosa di maggior spessore... ma cosa posso dire... la sua musica, il fatto che ancora le sue canzoni girino in radio dopo tanto tempo e suonino piuttosto bene senza sembrare vecchie... il fatto che i ragazzini di oggi indossino le maglie con il suo volto, parla da sè. Lo so... si dice che chi muore giovane resta bello e giovane in eterno e la sua fama è assicurata. E' un dato di fatto. Non è l'unico bello morto giovane e, tra l'altro, non è l'unico 27enne artista morto a 27 anni... ma lui è penetrato nella gente, non è una moda, non è solo un'icona, non fu solo un cantante... lui era ed è Kurt Cobain: l'immagine che perlomeno io ho di lui è quella di una persona VERA, con le sue debolezze e il suo realismo, sensibilità e genio, sensualità e crudezza, dolcezza e disperazione. Quelle sensazioni alla base della musica grunge, quella voglia di allegria ed energia a volte molto difficile da mettere in atto... sono dentro a tutti noi, e lottiamo quotidianamente per farne a meno, lottiamo per trasformarle in altro, e ben venga se ci riusciamo... ma Kurt, Kurt era la personificazione della possibilità di creare qualcosa di bello senza lottare contro sè stessi. Non poteva andarsene diversamente. Dicono che l'hanno ucciso. Dicono che si è sparato in bocca lasciando un biglietto con scritto "qualcuno lassù mi ama". Dicono... non andrò a linkare le pagine web (come inizialmente volevo fare) sulla biografia della sua storia di musicista, o della sua vita, o sulle teorie riguardanti la sua morte... chissene... il giusto tributo a Kurt è mettere un suo disco a tutto volume e lasciare che quella musica penetri nei muri, entri e trapassi attraverso noi stessi, esca dalle finestre, sublimi nell'aria... la grazia della sua voce e lo stridere di emozioni contrastanti... la sperimentazione (non negazione) di avere angoli bui anche nella nostra anima, fa sì che più leggeri possiamo continuare a camminare nel mondo. Così la vedo io.

Grunge is alive, caro Kurt! Il grunge non é morto... vive in quel malessere, quella specie di sofferenza/insofferenza, senso di instabilitá però canalizzato nella giusta direzione... é quella tensione che ti spinge a creare, trasparente diretto e puro. Forse sporco, ma puro, fedele alla propria natura!

All Apologies - Nirvana